(A) Giovanni abbate e rettore del canonicato di San Mannato della città di Sant'Agata rimette a Giovanni de Altiniano suo uomo ogni quistione intorno ad un censo di due libbre di cera dal medesimo dovuto, non che intorno ad un giumento che diceva essere stato da lui al medesimo venduto, ed intorno ad un pezzo di terra nel monte Drogo che il medesimo Altiniano aveva comprato e che il detto abbate sosteneva appartenere al canonicato. Per somiglianti rinunzie lo stesso abbate riceve da Altiniano trenta tarì di Amalfi. (B)Pietro, figlio del fu Mercurio, al quale Giovanni abbate del canonicato di San Mannato (della città di Sant'Agata) aveva donato una terra a lui pervenuta per oblazione da Bartolommeo de Dulco, aveva convenuto Giovanni de Altiniano compratore della metà di quella terra per rivendicarne la proprietà. Ora venendo a transazione con lo stesso Altiniano, che aveva comprato quella metà della terra da Pietro de Dulco fratello di Bartolommeo, gli rimette ogni lite e ragione, mediante lo sborso di trentatrè tarì di Amalfi e la cessione d'un orticello posto su la via vicino alla chiesa che anch'esso un tempo appartenne a' due fratelli de Dulco.